

Ho passato varie giornate proprio a Faenza, sommersa da capo a piedi nel fango, passando le mie pause dal lavoro girando tra le vie della città con la mia Pentax a rullino.
Ho potuto vedere e capire, parlare con uomini, donne e famiglie alle quali la vita è cambiata drasticamente, in poche ore.
Famiglie senza casa. Ricordi di una intera vita da buttare. Attività andate distrutte. Uomini e donne senza lavoro. E la paura di non tornare più alla normalità. Tutti i sacrifici di una vita completamente distrutti in pochissimo tempo.
Urla, pianti e disperazione hanno accompagnato le nostre giornate.
Poi sono arrivate le risate, gli abbracci e il calore che solo nell'altro si possono trovare. Ancora una volta le persone hanno dimostrato che nelle avversità ci si può unire, aiutare, in modo disinteressato.